È da tempo che Substack non mi vede attiva e che voi non ricevete una newsletter firmata da me. Ripartiamo dalle presentazioni.
Se siete qui probabilmente mi conoscete e seguite il mio lavoro, ma visto che in questi mesi silenti sono arrivatə nuovə iscrittə, mi ripresento. Mi chiamo Elisa Belotti e sono una giornalista freelance. Mi occupo di diritti e comunità marginalizzate, anche dentro la Chiesa. Ho fondato e conduco il podcast Cristianə a chi? insieme alla sociologa Paola Lazzarini e alla teologa Sandra Letizia. Per La Revue ho pubblicato l’inchiesta Niente da curare sulle terapie di conversione e La fede molesta sugli abusi sulle religiose. Con Niente da curare ho vinto una menzione speciale del Premio Vergani 2024.
Se siete qui probabilmente conoscete anche Rassegnati, il mio precedente progetto su Substack, chiusosi quasi un anno fa. Da tempo stavo pensando quale strada dovesse prendere questa newsletter. Rassegnati è un progetto nato a inizio 2021. Il nome era un gioco di parole a partire da “rassegna stampa” proprio perché facevo una panoramica di come i media comunicassero le notizie. All’inizio era una rubrica per un blog, ha transitato per un breve periodo su Medium, poi è diventata una newsletter e una playlist YouTube. È un progetto che mi ha dato molto, attraverso cui ho imparato a muovermi tra i media italiani ed esteri. Nei suoi ultimi mesi era anche diventato un contenitore per tante cose diverse, perdendo la sua specifica identità. Questo l’ha reso difficile da leggere e da seguire.
Tempo di cambiamenti
Quindi mi sono chiesta: Di cosa voglio parlare davvero? Che taglio dare ai contenuti di questa piattaforma? È così che nasce “Senza mulini: storie di chiese plurali”. Dalla necessità di dare un’identità precisa alla mia newsletter e spazio a una ricerca professionale. Non si parlerà più di tante cose tutte insieme, ma di un argomento specifico: le chiese e il loro trasformarsi in giro per il mondo.
Innanzitutto grazie per essere rimastə abbonatə o follower o per aver iniziato a seguire Senza mulini dal suo lancio sui social. Siamo una community di 300 persone e ne sono felice. Spero che questo cambio di rotta possa risultare per voi interessante e che non solo vi farà restare ancora per molto, ma vi invoglierà anche a condividere Senza mulini nelle vostre bolle.
Dopo avervi portato con me nel processo creativo, bisogna rispondere a una domanda: Di cosa parlerà questa newsletter? Gli ingredienti sono sempre tre: i diritti, la società e il cristianesimo.
Il progetto
Parto da un dato di fatto: la Chiesa (o le chiese, al plurale, come le chiamerò qui) non tocca solo la vita delle persone credenti. Soprattutto in un Paese come l’Italia - ma vedremo anche in tante altre zone del mondo - l’opinione del papa sugli argomenti di attualità può far virare la politica, le dichiarazioni vaticane hanno un peso sull’elettorato, i preti sono ancora un punto di riferimento per tante realtà di provincia, partecipando all’inaugurazione del parco comunale o intervenendo durante la rassegna teatrale, e in generale la cultura cristiano cattolica permea la nostra società. Questo fa sì che se si vogliono mettere a fuoco alcune dinamiche sociali discriminatorie e inique, è bene osservare e pensare in modo diverso anche la Chiesa.
Per scatenare questo potenziale immaginativo, è utile guardare da vicino altre esperienze oltre a quelle in cui siamo immersə. Di conseguenza in Senza mulini vi porterò a scoprire come si vive il cristianesimo in giro per il mondo e, in alcuni casi, anche all’interno del territorio italiano, quando ci sono delle esperienze particolari. Vi siete mai chiestə com’è essere cristianə in una cittadina americana come Page (Arizona) che sulla stessa strada ha nove chiese di nove denominazioni diverse? O com’è esserlo a contatto con i santuari shintoisti in Giappone, tra i movimenti carismatici argentini, in un Paese conservatore come la Polonia o in uno che ha vissuto l’apartheid come il Sudafrica? Questa è una ricerca, priva di approccio confessionale, che indaga come il cristianesimo ha impattato e impatta sulla società in diverse aree del globo.
Ogni mese ci sarà una nuova destinazione, approfondita in due newsletter pubblicate a due settimane di distanza l’una dall’altra. Per valorizzare la voce delle persone che conoscono da vicino il territorio in esame, il primo dei due numeri conterrà inoltre una video intervista di 30 minuti circa (pubblicata anche sul mio canale YouTube).
A febbraio si inizia a viaggiare con il botto, vi avverto!
L’abbonamento
Il progetto di Senza mulini include anche un aspetto economico. Ho scritto a lungo Rassegnati in forma gratuita e credo che l’accesso all’informazione sia fondamentale, a maggior ragione quando si parla di diritti.
Allo stesso tempo occuparsene deve essere sostenibile. Per questo ho attivato gli abbonamenti a pagamento. Chi decide di optare per un sostegno economico supporterà il mio lavoro e l’espansione di questo progetto.
In occasione del lancio ho attivato una promozione speciale. Se ti abboni entro il 28 febbraio, hai - oltre alla mia gratitudine - lo sconto del 30% per un anno.
Il titolo
Ora che il nuovo progetto è chiaro, resta solo un interrogativo da chiarire. Perché si chiama “Senza mulini”? Una cara amica, parlando della fatica e dell’impegno per essere una Chiesa diversa, ha usato questa immagine:
“Non pensiamoci, nel riflettere su come vogliamo essere Chiesa e nel vivere il contrasto con la gerarchia ecclesiastica, come don Chisciotte contro i mulini a vento, altrimenti diventa una lotta impossibile contro nemici invincibili, da cui otteniamo solo frustrazione e immobilità. In realtà non ci sono mulini”.
Vi ho già detto che questa non è una newsletter confessionale, non si parla direttamente di fede né si intende spingere verso un certo credo religioso. Quello che voglio fare è concentrarmi giornalisticamente non sulla componente istituzionale del cristianesimo, non sui conflitti che gridano nel vento, ma sulle persone che quelle chiese (plurali) le vivono. Quali sono le loro esperienze? Perché sono così diverse? Cosa accade al di fuori del territorio che già conosciamo? Ci sono mondi al di là dei confini che abbiamo tracciato.
Al centro ci sono persone senza mulini a vento quindi. Semplicemente compagnə di viaggio che percorrono strade a volte convergenti, a volte parallele, sperimentali o ricche di eredità e che lasciano segni nella società civile tutta. Me le immagino come Don Chisciotte e Sancho Panza che discutono tra loro a cavallo, senza nemici da combattere ma con vie da aprire. Alla luce di chiese (e società) al tramonto o all’alba. Sta a noi scegliere come guardarle.
Senza mulini è anche su Instagram. Vieni a dare il tuo sostegno anche lì!
Grazie per aver letto fino a qui. Ci ritroviamo tra due settimane!