Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. Dopo tanta progettazione e riflessioni, la rubrica che accompagna i miei sabati da più di due anni ha cambiato forma ed è diventata una newsletter!
Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo del Bahja Pool Party, la festa in piscina per sole donne che la Lega si è battuta per annullare.
Ma non solo! Breve reminder di cosa troverai ogni sabato:
il riepilogo di una notizia che ha scaldato la stampa e i social e un’analisi di com’è stata raccontata;
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
Questa non è solo una newsletter, ma un modo per contribuire alla costruzione di una comunità di persone capaci di leggere il mondo attorno a sé. Se ti piace Rassegnati, se la trovi utile, se credi che possa essere interessante, condividila con chi hai attorno. Aiutami a crescere!
Bahja Pool Party: la festa in piscina per sole donne
Per sabato 8 luglio era stato organizzato il Bahja Pool Party, una festa privata in piscina per sole donne che si definisce “hijab friendly”, cioè attenta in particolare alla privacy delle donne musulmane. Infatti si raccomandava nella presentazione dell’evento di non utilizzare i cellulari a bordo vasca e di non fare fotografie o video. Il personale previsto era tutto femminile e non sarebbero state attive le telecamere. Non si trattava però di una festa rivolta unicamente alle persone musulmane, bensì a tutte le donne che vi vogliono partecipare.
Tutto ciò non si è potuto realizzare perché quello che doveva essere un semplice evento privato è diventato di interesse pubblico quando Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, ha pubblicato un video di critica definendo la festa un “tentativo subdolo di calpestare la libertà delle donne con la scusa del Corano” e parlando di “segregazione e sottomissione” e di “islamizzazione”. Anche il leader della Lega Matteo Salvini si è espresso sull’argomento sostenendo che è sintomo di un “allontanamento dalla società italiana”. La pressione politica ha portato alla cancellazione della festa. Il Post ha ricostruito con precisione la vicenda in questo articolo.
L’organizzazione di Bahja Pool Party ha inizialmente risposto con il comunicato “La piscina senza uomini che fa paura alla Lega”.
Dopo la cancellazione dell’evento, il team organizzatore della festa ha semplicemente comunicato che si farà comunque, ma senza specificare la data né il luogo.
Un paio di articoli interessanti in merito. Fanpage ha intervistato la sociologa Sumaya Abdel Qader, che spiega perché è un errore parlare di “segregazione femminile” a proposito di questa festa in piscina.
Bisogna smettere di aver paura delle donne, delle loro autodeterminazione ed emancipazione, che può esprimersi anche nella libera scelta di coprirsi, spogliarsi, dire o non dire ciò che vogliono (piaccia o meno). E in particolare bisogna smetterla di ridurre tutte le donne musulmane alla narrazione che sono incapaci di decidere per sé e che sono condizionate dall’uomo musulmano brutto e cattivo. Perché se esistono gravi e orribili condizioni che vivono le donne in alcuni paesi a maggioranza islamica questo non significa che li rappresenti tutte (che poi, ne avrebbero colpa?).
Anzi, dovremmo unire le forze per contrastare ogni negazione di libertà delle donne a ogni latitudine. Perché, ahimè, non c’è luogo dove le donne non siano discriminate o svantaggiate o peggio ancora uccise per il fatto di essere donne: femminicidi, gender pay gap, carico mentale che grava su molte donne, sessualizzazione dei corpi femminili, contrasto all’aborto ecc. Sono solo alcune dei problemi ancora da affrontare che abbiamo qui in casa nostra in Italia.
Libertà di scegliere, avere le stesse opportunità, avere gli stessi diritti, avere lo stesso riconoscimento di pari dignità. Per questo dobbiamo batterci. Tutti e tutte insieme.
Un’altra intervista interessante è quella fatta da La Repubblica ad Amina Al Zeer, presidente dell’associazione Progetto Aisha, che spiega:
Son loro che trasformano una festa per donne in un’occasione di scontro, sono loro che buttano in politica un evento che nasceva all’insegna del divertimento e del relax in una questione identitaria.
Vi lascio alcune risorse per approfondire la possibilità di indossare il hijab come forma di autodeterminazione.
Per la piattaforma World Hijab Day ho intervistato Aya Mohamed, attivista e fashion influencer, che ha spiegato come il hijab può essere un segno di libertà.
Su YouTube, invece, ho parlato in un video di Quello che abbiamo in testa, il romanzo di Sumaya Abdel Qader che ha come protagonista una donna che indossa il hijab in Italia.
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
Il 7 luglio 2021 iniziavano le dirette IG che poi sono diventate la prima stagione del podcast Cristianə a chi?, che oggi festeggia due anni. Grazie a tutte le persone che rendono possibile questo progetto, il primo podcast sul cristianesimo femminista e queer in Italia.
Festeggiate con noi: condividete il nostro podcast e sosteneteci, se potete, offrendoci un caffè su Ko-fi. Ci aiuterete così a celebrare i traguardi raggiunti e a camminare verso i prossimi.
Abbiamo scritto un post di ringraziamento:
Ho lanciato una call to action. Per La Revue Dessinée Italia (su cui a dicembre ho pubblicato La fede molesta, un'inchiesta a fumetti sugli abusi sulle religiose) sto facendo una ricerca sulle terapie di conversione in Italia. Vorrei parlare con qualcunə che le abbia vissute per un confronto. Naturalmente tutte le testimonianze saranno trattate con il massimo rispetto e - a meno che non si preferisca diversamente - in anonimato.
L'obiettivo dell'inchiesta è spiegare il funzionamento delle terapie riparative e il loro impatto sulle persone LGBTQ+ e sul nostro rapporto con la fede.
Se avete incontrato nel vostro percorso le terapie di conversione, vi sarei molto grata se voleste condividere alcune riflessioni con me. Scrivetemi pure via mail (elisabelotti96@gmail.com).
Altrimenti, fate girare dove sapete che c'è qualcunə che mi può aiutare.
Ho letto in anteprima un libro uscito proprio in questi giorni: Discrepanze Rewind di Matteo Gianotti, Antonella Munafò, Eliana Pagliardi, Natalie Sclippa e Tatiana Simonic.
Alcuni di questi nomi sono già approdati sulle copertine dei libri che rappresentano anche l'esito della scuola di scrittura di Cinzia Lacalamita. In particolare l'anno scorso ho presentato La cena degli onesti con Natalie Sclippa a Torino e poi ne ho parlato in un video YouTube. Invece due anni fa alcune delle autrici di Discrepanze Rewind hanno collaborato alla scrittura de La ruota, un thriller psicologico che porta la firma anche di Lacalamita e Igor Damilano. Anche su questo volume avevo intervistato Sclippa su YouTube.
Insomma, Discrepanze Rewind è l'esito di un viaggio. Chi l'ha compiuto prima ha contribuito alla creazione di un volume polifonico (La ruota), in cui le voci erano unite e amalgamate l'una all'altra come in un coro. Poi queste voci hanno trovato uno spazio più ampio, una sezione propria all'interno di un libro condiviso (La cena degli onesti). Ora lo spazio si è esteso a tal punto da aver raddoppiato i volumi.
Discrepanze Rewind, infatti, si può acquistare solo insieme a Rettilarium Involution che porta i nomi di Lacalamita e Damilano. Una sorta di gemellaggio libresco (al prezzo di un unico volume!) che va in direzione opposta alle tendenze del mercato editoriale. Corsiero offre di più e a un costo più basso, dando la possibilità ad autrici e autori esordienti di farsi sentire.
Ma di cosa si parla in Discrepanze Rewind? Si tratta innanzitutto di una raccolta di racconti, anzi di s-componimenti, come si legge tra le prime pagine. Come già si poteva riscontrare in alcuni passi dei volumi precedenti, la tecnica narrativa prevede l'individuazione di un motore per la storia e la sua scomposizione. Scorgiamo quindi, pagina dopo pagina, giochi di parole, vicende tanto distopiche quanto realistiche che poi si risolvono in chiusura rompendo la quarta parete e rivelando a chi legge la propria chiave interpretativa.
Ringrazio Natalie Sclippa per avermi inviato il volume.
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
Martedì 11 luglio alle ore 11 sarò in diretta sul canale YouTube di Dragana Radosevic. Mi intervisterà a proposito del mio lavoro e dei nuovi progetti in corso.
Giovedì 20 luglio sarò alla Libreria Binaria di Torino per presentare Discrepanze Rewind con Natalie Sclippa.
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥