Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. Dopo tanta progettazione e riflessioni, la rubrica che accompagna i miei sabati da più di due anni è ormai una newsletter.
Oggi è il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Un nome lunghissimo per un momento importante di riflessione che ogni anno non può passare inosservato.
Ma non solo! Breve reminder di cosa troverete ogni fine settimana:
il riepilogo di una notizia che ha scaldato la stampa e i social e di com’è stata raccontata o l’analisi di un evento recente;
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
Questa non è solo una newsletter, ma un modo per contribuire alla costruzione di una comunità di persone capaci di leggere il mondo attorno a sé. Se ti piace Rassegnati, se la trovi utile, se credi che possa essere interessante, condividila con chi hai attorno. Aiutami a crescere!
Ci vogliamo vive
La violenza di genere è supportata da tanti meccanismi che sorreggono un modo specifico di vedere la donna (o la persona socializzata come tale) dal punto di vista culturale. Subordinata, indeterminata, possibilmente silenziosa e al suo posto.
Quando mi viene detto - per via del mio genere - di stare al mio posto io rispondo che lo sono già. Questo è il mio posto, il nostro posto. Una posizione insubordinata, determinata e per nulla silenziosa.
Dopo ogni notizia di cronaca legata alla violenza di genere vediamo una folla di uomini infervorarsi ed esclamare “Non tutti gli uomini. Io non sono maschilista”. Ogni volta che torniamo a questo slogan, perdiamo il focus del discorso.
Quando si parla di cultura dello stupro non si intende accusare tutti gli uomini di aver commesso violenza nella propria vita, ma evidenziare che c’è un problema. Il problema della violenza maschile sulle donne è evidente leggendo i dati, ascoltando le storie delle vittime. Non possiamo negarlo. A chi poi aggiunge “Io non ho mai violentato nessuna” a me verrebbe da rispondere: “E vuoi che ti dica bravo?”.
Distinguiamo la colpa dalla responsabilità. La colpa è un carico personale. Se non hai commesso un’ingiustizia, non ricade su di te. La responsabilità, invece, è un carico collettivo. Ci riguarda tutte e tutti, perché ciò che rende possibile l’uccisione e lo stupro delle donne si nutre del sessismo che pratichiamo ogni giorno, ogni persona a modo suo. La colpa ce l’hai o non ce l’hai. La responsabilità te la assumi. Soprattutto se sei consapevole che le tue azioni contribuiscono a un sistema discriminatorio.
I manifesti sono una costante nella storia dei movimenti di liberazione. È tempo di rappresentare i nostri pensieri. Ieri sera io e Clara Bonomi li avevamo alle nostre spalle mentre parlavamo di violenza di genere. E poi - come in una grande opera collettiva - le persone presenti hanno preso parte della scenografia e l’hanno portata con sé.
Stamattina a scuola io e la mia classe abbiamo tappezzato i corridoi, le aule, le macchinette del caffè, le trombe delle scale con manifesti realizzati da loro. Una lezione di attacchinaggio. Bisogna imparare a manifestare fin da giovani.
Affrontare la cultura dello stupro a scuola è di fondamentale importanza. Non solo per dare agli studenti e alle studentesse gli strumenti per vederla e contrastarla, ma anche perché tutte le persone che vivono i luoghi d’istruzione ne sono esposte. Quante molestie avvengono all’interno delle aule, in corridoio, in sala insegnanti?
Anche il collettivo Gener.azioni si è dato da fare con i manifesti. Ne ha disegnati alcuni mettendoli a disposizione di tuttə. Scaricali qui e appendili ovunque. Nei luoghi in cui ci muoviamo, lavoriamo, vogliamo ribadire il nostro no alla violenza di genere.
Durante quest’ultima settimana, dopo il ritrovamento di Giulia Cecchettin (e di Rita Talamelli, di cui si parla molto meno) si è discusso molto della necessità di sistematizzare e rafforzare l’educazione sessuale a scuola. Come insegnanti ci interroghiamo costantemente su ciò che le nostre classi sentono il bisogno di affrontare. In particolare, cosa affrontano durante i percorsi di educazione sessuale (se presenti a scuola)? E cosa vorrebbero imparare?
La prof.ssa Martina Poli (che tra le altre cose è anche mia amica e collega ❤️) sta quindi diffondendo un questionario anonimo a cui chiunque può rispondere per capire quali argomenti sono stati trattati - a scuola - in merito all'educazione alla sessualità e all'affettività e quali avreste voluto toccare.
Potete compilarlo qui. Non ci sono limiti di età per partecipare a questa raccolta dati.
L’ho scritto anche la settimana scorsa e lo ribadisco. Oltre a essere una giornalista, sono un’insegnante. Di conseguenza ogni volta che avvenimenti macroscopici come questo avvengono mi interrogo su come parlare in classe di cultura dello stupro. Con il collettivo di insegnanti Assenze ingiustificate, dopo lo stupro di Palermo, ho raccolto del materiale utile da usare in classe. Passano i mesi, cambiano i nomi delle vittime, ma l’urgenza di affrontare la questione a scuola resta. E così anche la validità delle risorse che abbiamo raccolto. Le puoi consultare qui.
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
Ho scritto di Stai zitta, il libro di Michela Murgia che mostra come il sessismo e la violenza di genere siano anche nelle parole. Ѐ inoltre il libro a cui io e Clara Bonomi ci siamo ispirate per l’evento di ieri sera: Disubbidisci. Una riflessione sulla cultura dello stupro che alterna la lettura teatralizzata e lo speech divulgativo. Qui alcune fotografie della serata:
Per il Transgender Day of Remembrance (TDoR), come Assenze ingiustificate ci siamo chiestə: a chi può rivolgersi una giovane persona trans*, magari qualcunə che frequenta le nostre scuole e che ha bisogno di supporto? Abbiamo quindi raccolto una serie di associazioni, centri, sportelli e servizi disseminati per tutto il Paese:
Paola Lazzarini mi ha coinvolta nella terza edizione di Lasciare il sentiero, liberare la via, il ciclo di dirette sulla ricerca spirituale delle donne. Potete recuperare la nostra chiacchierata qui:
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
Domani, domenica 26 novembre, parteciperò al ritiro del Progetto Adulti Cristiani LGBT, per un confronto con María Luisa Berzosa e padre Pino Piva sulla pastorale LGBTQ+ e il Sinodo.
Disubbidisci, l'evento ispirato a Stai zitta di Michela Murgia, ha una seconda data. Venerdì 1 dicembre saremo a Sarezzo (BS) per continuare a riflettere sulla violenza di genere. Saremo di nuovo io e l'attrice Clara Bonomi per un'alternanza di lettura teatrale e speech divulgativo.
Lunedì 11 dicembre Marco Bastian Stizioli sarà ospite del collettivo Assenze ingiustificate per parlare di prevenzione combinata. Abbiamo organizzato questo evento per costruire una scuola libera dalla censura e attenta alla salute. Anche sessuale. Saremo alle 20.00 al Porto delle culture (BS) e in diretta YouTube:
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥