Fermato il corteo contro la mafia a Palermo
La tradizionale manifestazione del 23 maggio è stata interrotta dalle forze dell'ordine
Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. Dopo tanta progettazione e riflessioni, la rubrica che accompagna i miei sabati da più di due anni ha cambiato forma ed è diventata una newsletter!
Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo del tradizionale corteo contro la mafia che ogni 23 maggio viene organizzato a Palermo e che quest’anno è stato fermato dall’intervento delle forze dell’ordine. Ovviamente TW: violenza e aggressione.
Ma non solo! Breve reminder di cosa troverai ogni sabato:
il riepilogo di una notizia che ha scaldato la stampa e i social e un’analisi di com’è stata raccontata (con annesso video YouTube);
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
Questa non è solo una newsletter, ma un modo per contribuire alla costruzione di una comunità di persone capaci di leggere il mondo attorno a sé. Se ti piace Rassegnati, se la trovi utile, se credi che possa essere interessante, condividila con chi hai attorno. Aiutami a crescere!
Fermato il corteo contro la mafia a Palermo
Guarda il video di Rassegnati 👇🏼
Il corteo contro la mafia organizzato a Palermo per il 23 maggio è una tradizione per ricordare la strage di Capaci - in cui vennero uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro - e per estensione tutta la lotta antimafia.
Dopo gli eventi istituzionali la mattina, nel Foro Italico, nel pomeriggio segue da anni la manifestazione pacifica verso l’Albero Falcone, sulle note di Bella ciao e dei Cento passi. Un appuntamento cardine della lotta antimafia non solo siciliana ma nazionale, che attira attivisti e attiviste da tutta Italia (io ci sono stata l’anno scorso), sindacati, studentesse e studenti (anche delle scuole elementari e medie), insegnanti. E che - soprattutto nella sua componente mattutina - coinvolge anche le istituzioni, il mondo della giustizia, della polizia, della magistratura.
A inizio settimana si è verificato un 23 maggio indubbiamente insolito. Il corteo, infatti, è stato interrotto dall’intervento delle forze dell’ordine che hanno colpito la folla a manganellate. Alcuni video dell’aggressione sono stati raccolti da Our Voice qui:
Qui invece potete vedere alcune foto:
Wikimafia, prima e più grande enciclopedia sulle mafie in Italia dal 2012, commenta la vicenda così in un post ufficiale:
Non era mai successo in 30 anni che la Polizia impedisse agli studenti, agli attivisti, ai sindacalisti e ai cittadini in corteo contro la mafia per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro di raggiungere l’Albero Falcone e li prendesse a manganellate.
Il Governo Meloni manganella gli studenti nel giorno di Falcone e impone una persona irricevibile alla Presidenza della Commissione Antimafia, mentre col nuovo Codice degli Appalti ha già spalancato le porte alle infiltrazioni mafiose e alle varie cricche.
Noi che antimafia la facciamo tutto l’anno tenuti alla larga e alcuni manganellati, i politici eletti coi voti di condannati per fatti di mafia sul palco.
VERGOGNA!
Alcuni giorni dopo la manifestazione, i fatti sono stati ricostruiti dal Coordinamento del 23 maggio in una conferenza stampa sotto l’Albero Falcone, tradizionale meta del corteo. Our Voice ha reso disponibile il discorso pubblico in questo video recuperabile su YouTube:
Dopo le dichiarazioni della questura palermitana - in cui si sostiene che il corteo non fosse autorizzato e composto da “frange antagoniste” -, Wikimafia risponde con un altro comunicato stampa:
Il Questore di Palermo Leopoldo Laricchia dovrebbe fare una sola cosa: dimettersi. In un paese civile e democratico dopo la diffusione di un comunicato stampa pieno di falsità per giustificare violenza istituzionale contro inermi cittadini sarebbe un atto dovuto.
Con che coraggio, Signor Questore, Lei ha diffuso un comunicato parlando di “frange antagoniste” in un corteo composto da sindacalisti, studenti (persino delle scuole medie ed elementari!), attivisti antimafia, pensionati e artisti? Quali sarebbero state queste “frange antagoniste”? Perché non ne avete fatto i nomi?
Glielo diciamo noi, Signor Questore: quei nomi non potete farli perché l’unico antagonismo presente nel corteo del 23 maggio era quello contro la mafia e quella parte della classe dirigente che la mantiene in vita da due secoli!
La responsabilità politica di quanto accaduto, anche dei tre agenti rimasti contusi, è anzitutto sua Signor Questore. Sua e del Signor Ministro dell’Interno, che per molto altro avrebbe dovuto già da tempo rassegnare le dimissioni.
Noi siamo arrivati da Milano per partecipare a una giornata di festa e siamo tornati a casa disgustati, dopo aver rischiato le botte e dopo esserci presi anche gli insulti (in privato) di chi era sul palco col “Signor Lagalla” e non ha gradito i nostri “VERGOGNA” urlati sui social e dietro al palco “ufficiale” (che siamo riusciti a raggiungere da strade parallele).
Siamo tra le principali realtà antimafia italiane, svolgiamo con professionalità e passione la nostra mission da volontari e dobbiamo venire a Palermo dopo esserci fisicamente inginocchiati sulla tomba di Giovanni Falcone per essere trattati come dei criminali?
No, Signor Questore, c’è un limite a tutto. Lei non si dimetterà ma passerà alla Storia come il Questore sotto cui i poliziotti hanno manganellato per la prima volta un corteo antimafia autorizzato e legittimo in 70 anni.
Perché, per sua sfortuna, i libri di Storia non vengono scritti coi comunicati stampa della Questura e sotto la dettatura del Governo di turno. E ci sarà posto anche per chi ha preferito un comodo silenzio anziché alzare la voce e urlare l’unica cosa possibile: “VERGOGNA!”.
Come ne ha parlato la stampa italiana?
La Repubblica parla di “tensione al corteo di studenti e sindacati: manifestanti buttati a terra dai poliziotti”. Un video degli scontri, accompagnato da una descrizione dei fatti molto accesa, racconta gli eventi e il tentativo della polizia di bloccare il corteo.
Anche Il Fatto Quotidiano è parla di “attimi di tensione”. Nel corpo del testo si dà un’informazione storica molto importante: “Era dai tempi dei funerali di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta che non c’era una contrapposizione tra il popolo di Palermo e gli agenti dell’antisommossa”.
Si racconta che solo poche ore prima del corteo è stato comunicato ai manifestanti il divieto di raggiungere l’Albero Falcone. La testata commenta: “Un modo come un altro per evitare che i contestatori arrivassero a gridare ‘fuori la mafia dallo Stato’ in faccia alle più alte cariche cittadine”.
Il Manifesto apre l’articolo con decisione:
Se l’antimafia diventa sociale, se cioè allarga le sue rivendicazioni ai diritti e alla critica del modello di sviluppo del quale la criminalità organizzata è parte integrante, diventa una minaccia da reprimere. Questa l’immagine che emerge ieri da Palermo, dove il corteo della sinistra, dei sindacati e dei movimenti studenteschi è stato caricato dagli uomini in divisa.
La testata raccoglie anche le dichiarazioni della deputata all’Assemblea regionale siciliana Valentina Chinnici, quindi di un membro delle istituzioni, così da avvalorare le istanze della manifestazione. “Ci hanno bloccato, hanno fermato il corteo nonviolento della società civile. Corteo con studenti, partigiani, Cgil, rappresentanti delle istituzioni. Dicono che temono che disturbiamo la manifestazione ‘ufficiale’. È un momento di una tristezza micidiale”.
Seguono le parole di Pietro Milazzo, sindacalista e figura storica della sinistra sociale palermitana: “Cercano di bloccare, a Palermo, nel giorno della commemorazione dell’assassinio di Falcone, Morvillo e degli uomini della scorta. Vogliono fermare la manifestazione dell’antimafia critica verso le commemorazioni puramente retoriche e vuote, ma il corteo non cede e riesce a portare la protesta nel cuore della manifestazione ufficiale”.
Si riporta anche l’intervento del segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino: “Falcone e i martiri delle stragi di mafia non sono di proprietà di nessuno, sono un patrimonio collettivo. Sono patrimonio dei siciliani che vogliono il riscatto di questa terra. Chiudere l’accesso nelle zone adiacenti all’albero Falcone a migliaia di cittadini è stata un’offesa al ricordo di Falcone e a tutte le vittime di mafia. Il tutto per soffocare il grido ‘Fuori la mafia dallo stato’”.
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
Ho consigliato Molto rumore per nulla sul mio canale Telegram, in cui ogni lunedì arrivano dei suggerimenti di lettura, visione o ascolto. Due coppie, due storie d'amore rocambolesche, un inganno e un equivoco. Il tutto ambientato in una corte messinese, con soldati in divisa e una nobiltà sfarzosa.
Lunedì 15 maggio ho presentato La fede molesta - la mia inchiesta a fumetti sugli abusi nella Chiesa - a Bagnolo Mella (BS). L’evento è andato benissimo nonostante l’amministrazione comunale abbia tentato di boicottarlo. C’è stata anche la diretta YouTube. Sullo scontro con il Comune hanno subito scritto Ludovica Eugenio per Adista, il Brescia Oggi e BS News. Questa settimana si è aggiunta anche Radio Onda D’urto con un’intervista. Insomma, non siamo statə in silenzio!
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
Dopo mesi di prove e progettazione, come esito del corso di teatro a cui partecipo da qualche anno, trasportiamo la commedia shakespeariana Molto rumore per nulla negli anni '20 sulle frequenze dell'electro swing. Il 28 maggio a Lumezzane (BS) ci sarà la prima.
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥