Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. La newsletter di oggi raccoglie alcuni spunti di riflessione a partire dalla repressione della manifestazione di Pisa degli scorsi giorni e della necessità di una scuola che prenda posizione.
Ma non solo! Ogni fine settimana trovi anche:
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
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La scuola che prende posizione
Venerdì 23 febbraio a Pisa ci sono stati degli scontri tra la polizia e i/le manifestanti che partecipavano al corteo a sostegno della Palestina. Si sono verificate violente repressioni a colpi di manganello soprattutto su studentesse e studenti minorenni. I video più diffusi online riguardano Pisa, ma non è stata l’unica città teatro di scene simili. Se hai bisogno di approfondire, leggi la notizia completa.
La risposta alla repressione è stata una piazza ancor più piena durante la sera:
Ieri, sabato 24 febbraio, a Milano è stato organizzato il corteo nazionale per la Palestina che ha visto più di 15mila partecipanti provenienti da varie zone d’Italia. Anche un gruppo di Assenze Ingiustificate ha marciato per le strade milanesi, portando una riflessione sull’urgenza di una presa di posizione da parte della scuola. Sia su ciò che accade a Gaza, sia per tutelare il diritto a manifestare.
Questo, invece, è il testo della lettera che i e le docenti del Liceo Russoli di Pisa stanno diffondendo. Non è espressione del collegio docenti ma dei singoli individui che hanno aderito.
Gentile redazione, scriviamo di getto questa lettera, sperando che venga pubblicata.
Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola. Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli.
Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate. Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza.
Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in Via Tavoleria.
Come educatori siamo allibiti di fronte a quanto successo oggi. Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti cento/duecento studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?
Oggi è stata una giornata vergognosa per chi ha gestito l’ordine pubblico in città e qualcuno ne deve rispondere.
Anche alcunə docenti di Palermo si sono espressə in merito:
Noi a scuola facciamo così:
Noi a scuola insegniamo l’educazione civica.
Noi a scuola insegniamo il rispetto delle leggi.
Noi a scuola insegniamo i valori della Costituzione Repubblicana.
Noi a scuola insegniamo il rispetto dell’altro.
Noi a scuola insegniamo la libertà di espressione.
Noi a scuola insegniamo il valore dell’argomentazione a sostegno della propria opinione.
Noi a scuola insegniamo il valore della parola contro l’esercizio della forza fisica.
Noi a scuola insegniamo il valore della parola non ostile.
Noi a scuola insegniamo la storia greca e la storia romana.
Noi a scuola insegniamo che in Grecia e a Roma esistevano spazi pubblici come l’agorà e il foro a cui nessuno poteva sognarsi di interdire l’accesso a nessuno, e che nessun cittadino poteva usare violenza fisica contro un altro cittadino, e che quando questo accadeva (perché è anche accaduto) sono stati i periodi più bui della storia della Grecia e di Roma: si chiamava guerra civile.
Noi a scuola insegniamo la storia delle rivoluzioni.
Noi a scuola insegniamo la storia della democrazia.
Noi a scuola insegniamo la storia delle lotte per i diritti.
Noi a scuola insegniamo la dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Noi a scuola insegniamo l’habeas corpus.
Noi a scuola insegniamo che la legge non può prevaricare sulla dignità della persona e non può mettere in pericolo l’incolumità fisica dell’individuo.
Noi a scuola insegniamo che l’odio è una cosa brutta.
Noi a scuola insegniamo che la violenza è una cosa brutta.
Noi a scuola insegniamo la lotta alla violenza in tutte le sue forme: bullismo e cyberbullismo, femminicidio, mafia, guerra.
Noi a scuola insegniamo la cittadinanza.
Noi a scuola insegniamo che la cittadinanza è partecipazione.
Noi a scuola insegniamo la legalità.
Noi a scuola insegniamo la pace.
Noi a scuola insegniamo il valore della diplomazia per risolvere i conflitti internazionali.
Noi a scuola insegniamo il valore della nonviolenza e del dialogo per risolvere tutti i conflitti.
Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze hanno dimostrato di aver imparato quello che da decenni di storia repubblicana noi gli insegniamo a scuola. E ieri ci hanno restituito la lezione.
Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze per questo ieri sono stati caricati, umiliati, terrorizzati, picchiati a sangue.
Forse è questo che si intende per educazione ai sentimenti e all’affettività?
Diteci dove abbiamo sbagliato.
Chiudo riportando anche la riflessione di Tlon sulla democrazia come pratica quotidiana:
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
È uscito l'ep 5x03 di Cristianə a chi?. Abbiamo parlato con Matteo Mennini del suo libro - Credenti LGBT+ -, della storia dei gruppi queer cattolici, del loro rapporto con il mondo protestante e del ruolo delle donne lesbiche.
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
L’anno scorso ho partecipato a Filosofarti come relatrice e quest’anno ci torno come moderatrice. In dialogo con le attiviste Elena e Maria Chiara Paolini a (aka Witty Wheels) e la psicologa Marta Zaro. L’evento sarà online e lo potrai seguire qui.
Venerdì 1º marzo allo Spazio Soglia (Passirano, BS) modererò un confronto con Giulia Cuter e Giulia Perona di Senza Rossetto e Lu Beffa, che esporrà anche le tavole del suo fumetto. Parleremo dei diversi modi in cui si comunica il femminismo. Un ringraziamento al comitato Sala D'attesa che si è occupato dell'organizzazione.
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥