L'Uganda mette al bando le persone LGBTQ+
La legge ugandese che punisce la queerness con il carcere
Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. Per chi si fosse persə le puntate precedenti c'è una novità. Finalmente, dopo tanta progettazione e riflessioni, la rubrica che accompagna i miei sabati da più di due anni ha cambiato forma ed è diventata una newsletter!
Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo della legge ugandese che prevede il carcere per le persone LGBTQ+.
Ma non solo! Breve reminder visto che siamo ai primi numeri della newsletter. Ogni sabato troverai:
il riepilogo di una notizia che ha scaldato la stampa e i social e un’analisi di com’è stata raccontata (con annesso video YouTube);
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
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L'Uganda mette al bando le persone LGBTQ+
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Il parlamento ugandese ha approvato un disegno di legge che ha subito fatto il giro del mondo: propone infatti di criminalizzare le persone LGBTQ+. Il testo deve ora essere firmato dal presidente Yoweri Museveni e non è quindi certo che entri in vigore. Nonostante ciò è un indicatore importante di una forte e sistemica discriminazione che renderebbe l’Uganda il primo paese del continente africano a punire chi si identifica come gay, lesbica, bisessuale, trans, queer, etc.
Il disegno di legge prevede una reclusione dai 10 anni di carcere all’ergastolo e in alcuni casi la pena di morte. I fattori che aggravano la sanzione sono la relazione con una persona minorenne o sierocoinvolta. In realtà l’attività omosessuale era già punita in Uganda attraverso una legge di stampo coloniale. Questo DDL prevede, in aggiunta, l’obbligo per amici e familiari di denunciare le persone LGBTQ+ alle autorità. Si intendono punire anche gli individui e gli enti che sostengono o finanziano iniziative a favore dei diritti LGBTQ+.
Come ne ha parlato la stampa?
La Repubblica riporta innanzitutto in modo breve e dettagliato la notizia. Si concentra poi sulle dichiarazioni in merito alla situazione ugandese rilasciate da enti nazionali e internazionali. Ѐ il caso di Amnesty International, il cui direttore per l’Africa orientale e meridionale Tigere Chagutah ha definito il DDL “spaventoso, ambiguo, formulato in modo vago e profondamente repressivo”.
Una strategia simile è adottata dalla Stampa, che riporta le parole del deputato Fox Odoi-Oywelowo, che si è espresso contro il disegno di legge. La conclusione mostra quanto sia sentito l’argomento in Uganda e come ci siano correnti di pensiero fortemente contrapposte.
Negli ultimi mesi in Uganda sui social media hanno avuto una forte eco alcune teorie del complotto infondate che accusano oscure forze internazionali di promuovere l'omosessualità nel Paese.
Africa ExPress, invece, allarga lo sguardo a Burundi e Kenia: “Leggi liberticide contro gli omosessuali in Burundi e Uganda e in Kenya pesanti anatemi della first lady”.
Si racconta infatti che “A fine febbraio la polizia del Burundi ha fatto irruzione durante un seminario sull’imprenditoria giovanile, organizzato dall’associazione MUCO, impegnata nella lotta contro AIDS-HIV e ha arrestato 24 persone […] Sono stati i vicini a allertare le forze dell’ordine, preoccupati per l’andirivieni di ragazzi e ragazze, accusandoli per giunta di omosessualità”. Ad oggi in Burundi gli atti omosessuali sono puniti con il carcere da tre mesi a due anni.
Si ricorda poi la situazione ugandese specificando che “Ѐ risaputo che Museveni è assolutamente contrario a persone LGBTQ+, ma va ricordato che nel 2014 la Corte costituzionale ha dovuto cancellare una legge anti-gay ‘per vizio di forma’”.
Infine si riporta che “solo pochi giorni fa la first lady del Kenya, Rachel Ruto ha proclamato una preghiera nazionale contro l’omosessualità nel Paese. La Ruto ritiene che tale pratica rappresenti una minaccia per l’istituzione della famiglia”.
Per concludere diamo un’occhiata anche a Africa News, ampliando lo sguardo oltre i media italiani. Nell’articolo si esprime la preoccupazione e la delusione dell’attivismo LGBTQ+ alla notizia ugandese. Si riportando le parole di Robert Amoafo, attivista in suolo africano di ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association).
We have seen around the world where LGBT people exist in peace and nothing of that sort exists, I think within the period of public hearings, the Ugandan parliament, were probably educated by aspects about the fact that some of these issues we are raising are unfounded and are things that are being said out of ignorance. You ask them, where is the research you mention? Where is the data that you are talking about, which do not exist as far as we are concerned.
Vengono inoltre riportati dei tweet ufficiali di Pan Africa ILGA, la sezione africana dell’associazione.
A questo proposito vi segnalo che ILGA, probabilmente la più grande organizzazione di associazioni LGBT+ del mondo, ha reso disponibile un incredibile database, uno strumento davvero ricco che raccoglie informazioni su tutto ciò che riguarda la giurisdizione delle tematiche LGBTQ+ Paese per Paese. Vi consiglio di dargli un’occhiata, è molto interessante!
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
Ho riempito la scuola in cui lavoro di poesie per la Giornata mondiale della poesia e ho spinto tante altre persone a fare lo stesso nei luoghi cari e quotidiani.
Ho spiegato su YouTube che Sailor Moon in realtà non è la prima eroina nata dalla penna di Naoko Takeuchi. Prima di lei c’era Sailor V.
Ѐ uscito l’ultimo episodio di Cristian a chi? (per questa stagione). Si parla di famiglie, naturalità, Sacra famiglia e comunità.
Ho scritto dello stop alle registrazioni delle famiglie arcobaleno a Milano e ho intervistato CIG Arcigay Milano a proposito del nuovo Rainbow Centre.
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
Grazie alla collaborazione con la libreria Antigone, come comitato del LGBT+ History Month abbiamo organizzato l’evento lancio della seconda edizione. Si terrà giovedì 30 marzo (18.30) presso la Casa dei Diritti di Milano. La partecipazione è gratuita, basta registrarsi.
Insieme a Linda Garneri, educatrice professionista, modererò Ri-generiamoci, un ciclo di laboratori per riconoscere gli stereotipi e le discriminazioni di genere. Quattro incontri che si appoggiano alla modalità del cerchio e del confronto orizzontale. Il tutto a Passirano (BS) nello studio della psicologa Letizia Passarella. Per info e iscrizioni, trovate tutti i riferimenti nella locandina.
Martedì 4 aprile presenterò La fede molesta (la mia inchiesta sugli abusi sulle religiose nella Chiesa fumettata da Anna Cercignano) alla Libreria Nuova Rinascita di Brescia. È non sarò sola! Con me, infatti, presenteranno i loro lavori anche Sara Del Dot e Marta Bandirini (che si sono occupate di autismo con La bolla blu) e Margherita Allegri (che ha illustrato gli allevamenti intensivi, in collaborazione con Essere animali, per Gabbie alimentari). Modera l'incontro Nicole Brena.
In occasione del LGBT+ History Month, con Lo Spazio ed Eracle abbiamo organizzato La storia LGBT+ siamo noi. Ci saranno uno speech divulgativo (curato da me), la lettura teatralizzata di alcuni testi (a cura di Clara Bonomi) e un'esposizione fotografica (a cura di Lorenzo Passini). Il tutto con il patrocinio del Brescia Pride, che interverrà per un'introduzione. Mercoledì 12 aprile a Lumezzane (BS).
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥