Perché non iscriversi?
Non iscriverti a questa newsletter se credi di sapere tutto sul cristianesimo in giro per il mondo, se sei convintə che la Chiesa non abbia un influenza sulla società e soprattutto se non vuoi provare a guardare le cose da un’altra prospettiva.
Non rientri in nessuna di queste categorie? Allora sei davanti alla newsletter che fa per te.
Di cosa parla Senza Mulini?
La Chiesa (o le chiese, al plurale, come le chiamerò qui) non tocca solo la vita delle persone credenti. Soprattutto in un Paese come l’Italia - ma vedremo anche in tante altre zone del mondo - l’opinione del papa sugli argomenti di attualità può far virare la politica, le dichiarazioni vaticane hanno un peso sull’elettorato, i preti sono ancora un punto di riferimento per tante realtà di provincia, partecipando all’inaugurazione del parco comunale o intervenendo durante la rassegna teatrale, e in generale la cultura cristiano cattolica permea la nostra società. Questo fa sì che se si vogliono mettere a fuoco alcune dinamiche sociali discriminatorie e inique, è bene osservare e pensare in modo diverso anche la Chiesa.
Per scatenare questo potenziale immaginativo, è utile guardare da vicino altre esperienze oltre a quelle in cui siamo immersə. Di conseguenza in Senza mulini vi porto a conoscere molteplici modi di vivere il cristianesimo in giro per il mondo e, in alcuni casi, anche all’interno del territorio italiano, quando ci sono delle esperienze particolari. Vi siete mai chiestə com’è essere cristianə in una cittadina americana come Page (Arizona) che sulla stessa strada ha nove chiese di nove denominazioni diverse? O com’è esserlo a contatto con i santuari shintoisti in Giappone, tra i movimenti carismatici argentini, in un Paese conservatore come la Polonia o in uno che ha vissuto l’apartheid come il Sudafrica? Questa è una ricerca, priva di approccio confessionale, che indaga come il cristianesimo ha impattato e impatta sulla società in diverse aree del globo.
Ogni mese c’è una nuova destinazione, approfondita in due newsletter pubblicate a due settimane di distanza l’una dall’altra. Per valorizzare la voce delle persone che conoscono da vicino il territorio in esame, il primo dei due numeri contiene inoltre una video intervista di 30 minuti circa (pubblicata anche sul mio canale YouTube).
Chi sono?
Mi chiamo Elisa Belotti e sono una giornalista. Mi occupo di diritti e comunità marginalizzate, anche dentro la Chiesa. Ho fondato e conduco il podcast Cristianə a chi? insieme alla sociologa Paola Lazzarini e alla teologa Sandra Letizia. Per La Revue Dessinée Italia ho pubblicato l’inchiesta Niente da curare, illustrata da Nicolò Pellizzon, sulle terapie di conversione e La fede molesta, illustrata da Anna Cercignano, sugli abusi sulle religiose. Con Niente da curare ho vinto una menzione speciale del Premio Vergani 2024 e il Premio Minotti 2025. Su Piano, la rivista cartacea di Slow News, è stato pubblicato il mio reportage sul senso di comunità nella Chiesa di oggi.
Sono anche un'insegnante di lingua e letteratura italiana negli istituti superiori di primo e secondo grado.
Perché si chiama Senza mulini?
Ora che il nuovo progetto è chiaro, resta solo un interrogativo da chiarire. Perché si chiama “Senza mulini”? Una cara amica, parlando della fatica e dell’impegno per essere una Chiesa diversa, ha usato questa immagine:
“Non pensiamoci, nel riflettere su come vogliamo essere Chiesa e nel vivere il contrasto con la gerarchia ecclesiastica, come don Chisciotte contro i mulini a vento, altrimenti diventa una lotta impossibile contro nemici invincibili, da cui otteniamo solo frustrazione e immobilità. In realtà non ci sono mulini”.
Vi ho già detto che questa non è una newsletter confessionale, non si parla direttamente di fede né si intende spingere verso un certo credo religioso. Quello che voglio fare è concentrarmi giornalisticamente non sulla componente istituzionale del cristianesimo non sui conflitti che gridano nel vento, ma sulle persone che quelle chiese (plurali) le vivono. Quali sono le loro esperienze? Perché sono così diverse? Cosa accade al di fuori del territorio che già conosciamo? Ci sono mondi al di là dei confini che abbiamo tracciato.
Al centro ci sono persone senza mulini a vento quindi. Semplicemente compagnə di viaggio che percorrono strade a volte convergenti, a volte parallele, sperimentali o ricche di eredità e che lasciano segni nella società civile tutta. Me le immagino come Don Chisciotte e Sancho Panza che discutono tra loro a cavallo, senza nemici da combattere ma con vie da aprire. Alla luce di chiese (e società) al tramonto o all’alba. Sta a noi scegliere come guardarle.
Senza mulini è anche su Instagram. Vieni a dare il tuo sostegno anche lì!
