Ci siamo lasciatə con la storia dei movimenti carismatici in Sud America e l’analisi che ne ha fatto Almendra Fantilli ne El Culto. Oggi ti porto a scoprire come funzionano le comunità evangeliche in Argentina e qual è lo spazio delle persone laiche.
Per Facta ho scritto un articolo sulla disinformazione medica diffusa in alcune comunità carismatiche in Italia e nel mondo. Lo leggi qui.
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Ieri è uscito l'episodio 6x04 di Cristianə a chi? in cui parliamo di sesso e genere. Si ascolta qui.
Detto questo, iniziamo!
Un approfondimento lessicale
L’ospite di questo mese è Almendra Fantilli, fotografa e regista che si occupa del rapporto tra diversità religiosa e spazio pubblico e ha diretto il documentario El Culto.
Se ti sei persə l'intervista ad Almendra Fantilli,
la trovi qui.
In italiano, il termine evangelico viene usato anche per indicare l’intero mondo protestante, dalle chiese storiche (valdese, luterana, metodista) alle realtà più recenti, confessionali o aconfessionali, come quelle legate al mondo pentecostale e carismatico.
Recentemente, soprattutto in contesti specialistici, si è cominciato a usare anche il termine evangelicale (calco dell’inglese evangelical) per distinguere quei movimenti che, pur appartenendo o meno a chiese istituzionali, si rifanno ai movimenti di risveglio, con tratti spesso conservatori e una forte enfasi sulla conversione personale, sulla guarigione e sulla centralità assoluta della Bibbia. Correnti, quindi, che stanno nella grande galassia evangelica, ma che hanno preso una direzione ben diversa da tante altre denominazioni di questo ramo.
Come ricorda la Treccani: “Solo negli ultimi due decenni è entrato in uso in Germania il termine evangelicali (Evangelikale). Esso indica quei gruppi - appartenenti a Chiese istituzionali o libere, oppure aventi un carattere sovraconfessionale - che si ispirano al pietismo e al movimento del risveglio, assumendo un atteggiamento critico sia verso il liberalismo teologico e la presunta politicizzazione delle Chiese costituite, sia verso il loro ecumenismo, visti come fenomeni di disgregazione della fede cristiana”.
Inoltre, come spiega il teologo Massimo Rubboli in Chiese e movimenti del protestantesimo evangelico: “Nella storiografia italiana, per indicare il protestantesimo evangelical prevale ancora l’uso dei termini evangelico ed evangelismo, spesso unito all’aggettivo conservatore, rispetto a neologismi come evangelicale ed evangelicalismo (o evangelicesimo)”.
La distinzione tra evangelico ed evangelicale non è quindi sempre usata nel lessico comune, ma è utile restituire questa complessità lessicale e quindi spirituale.

Ogni chiesa è una storia a sé
Nel mondo evangelico le chiese non funzionano con la stessa centralità né con il livello di istituzionalizzazione organica della Chiesa cattolica. Ogni comunità ha una propria struttura istituzionale, ogni denominazione presenta delle particolarità e ogni chiesa ha un proprio modo di funzionare.
Ѐ qualcosa che hai già letto, ad esempio, nell'uscita di Senza mulini sul Sudafrica.
In generale, esistono vari modi attraverso cui le chiese evangeliche in Argentina possono darsi una veste istituzionale. L’ACIERA (Alianza Cristiana de Iglesias Evangélicas de la República Argentina) rappresenta attualmente più di 15000 congregazioni in tutto il Paese, mentre la FAIE (Federación Argentina de Iglesias Evangélicas) è la più antica e raggruppa soprattutto le chiese evangeliche storiche. Tuttavia, nessuno di questi enti stabilisce l’agenda o la linea teologica delle congregazioni che rappresenta.
E poi ci sono chiese che non si uniscono a gruppi più grandi ma restano da sole e autonome. Per il documentario El Culto, ad esempio, Fantilli ha fatto delle riprese nella chiesa metodista La Trinidad che fa parte di una solida rete insieme ad altre comunità della stessa denominazione nota anche in Italia (basta pensare all’Unione delle Chiese metodiste e valdesi). La Chiesa metodista è storica, le sue origini risalgono all’Inghilterra del XVIII secolo ed è arrivata in Argentina nel 1836.
Altre scene, invece, sono state girate nella chiesa Comunidad Aviva, che conta circa 300-400 fedeli - per lo più giovani e giovani famiglie - ed è stata fondata nel 2012 da un gruppo di giovani provenienti da diverse comunità con l’idea di portare il messaggio del Vangelo a chi normalmente non frequenta gli ambienti religiosi. La Comunidad Aviva si propone di essere una chiesa semplice, svincolata da qualsiasi struttura più ampia e incentrata sugli insegnamenti della Bibbia. Pone un forte accento sull’evangelizzazione e sull’aspetto comunitario della fede. La musica - canzoni scritte prima inedite e arrangiate in stile contemporaneo - è uno degli elementi distintivi della comunità, che è organizzata in piccoli gruppi (chiamati pixel) che si incontrano settimanalmente per condividere la propria fede.

Questa molteplicità di appartenenze e l’assenza di un’autorità centrale determinano una forte indipendenza per ciascuna comunità locale, che può decidere da sé liturgie, pratiche pastorali, priorità teologiche e organizzazione interna. Ecco un nuovo potenziale immaginativo sbloccato: non una Chiesa universale con caratteristiche che vogliono essere uniformi, calate dall’alto, ma numerose chiese che adattano la propria proposta spirituale e sociale al contesto in cui si trovano, rispondendo ai bisogni del territorio e della propria comunità di riferimento.
In alcuni casi, questa autonomia favorisce una grande creatività e capacità di azione. In altri, però, può portare a visioni molto divergenti su temi etici, sociali e anche teologici, con approcci che variano sensibilmente perfino tra chiese situate nella stessa città. Inoltre, l’assenza di linee guida comuni può accentuare la polarizzazione tra comunità più aperte al cambiamento e altre più restie. Ecco perché nello stesso ramo del cristianesimo possiamo avere le chiese inclusive ma anche quelle conservatrici.
Il sacerdozio è per tuttə
Proprio per questa dimensione meno istituzionale, a seconda del tipo di chiesa, i pastori o le pastore non svolgono solo funzioni sacramentali o liturgiche, ma possono anche agire come consiglierə spirituali, psicologə, assistenti sociali, animatrici comunitarie, mediatori o terapeutə (nella maggior parte dei casi con i dovuti studi a riguardo). Nelle comunità dove esistono bisogni economici e materiali, con un precariato esistenziale significativo, la funzione sociale è molto forte. Le chiese mirano a non essere chiuse in se stesse perché chiamate a guardare al tessuto sociale in cui si trovano.
D’altra parte, c’è una grande apertura alla partecipazione delle persone laiche nelle attività di base delle chiese. In questo senso, la dottrina del sacerdozio universale - ereditata direttamente dalla riforma protestante del XVI secolo - promuove una visione radicale dell’uguaglianza tra tutte le persone credenti. Non esiste, in questa prospettiva, una mediazione esclusiva tra Dio e l’umanità: ogni credente ha un rapporto unico con Dio e con la Scrittura e ha una piena responsabilità spirituale, senza bisogno dell’intercessione di un ministro del culto. Tuttə possono e devono servire, sia all’interno della comunità sia nelle attività esterne.

Questo significa che la distinzione tra chi guida la comunità e chi la frequenta è meno rigida rispetto ad altre tradizioni cristiane. Il ruolo del pastore o della pastora resta importante, ma è spesso inteso come un servizio e non come un aumento di status. All’interno di molte chiese evangeliche si incoraggia la partecipazione attiva delle persone su più fronti: predicazione, evangelizzazione, accoglienza, organizzazione, insegnamento e cura pastorale, secondo le competenze e i carismi di ciascuna.
Il sacerdozio universale diventa così non solo un principio teologico, ma una prassi comunitaria che mira a quello che potremmo definire empowerment, alla corresponsabilità e alla costruzione condivisa della fede.
To be continued
Per oggi ci fermiamo qui. Nel prossimo numero atterriamo in Canada, per parlare:
della Rivoluzione tranquilla;
della dottrina della scoperta;
dell’importanza di femminismo e sguardo ecumenico.
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Grazie per aver letto fino a qui. Ci ritroviamo tra due settimane!
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