Serve ancora il Pride?
Spoiler: sì. Parliamo di Pride, patrocini e dell’importanza di manifestare
Benvenutə a un nuovo appuntamento con Rassegnati. Dopo tanta progettazione e riflessioni, la rubrica che accompagna i miei sabati da più di due anni ha cambiato forma ed è diventata una newsletter!
Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo di Pride, patrocini e dell’importanza di manifestare.
Ma non solo! Breve reminder di cosa troverai ogni sabato:
il riepilogo di una notizia che ha scaldato la stampa e i social e un’analisi di com’è stata raccontata (con annesso video YouTube);
una listona delle cose che ho scritto e/o pubblicato durante la settimana;
gli eventi pubblici in cui possiamo incontrarci.
Questa non è solo una newsletter, ma un modo per contribuire alla costruzione di una comunità di persone capaci di leggere il mondo attorno a sé. Se ti piace Rassegnati, se la trovi utile, se credi che possa essere interessante, condividila con chi hai attorno. Aiutami a crescere!
Serve ancora il Pride?
Guarda il video di Rassegnati 👇🏼
Partiamo dalla notizia che in questi giorni è rimbalzata ovunque: le regioni Lombardia e Lazio che si schierano contro i Pride dei loro capoluoghi.
Onda Pride, la piattaforma che si occupa di tenere traccia delle manifestazioni a sostegno della comunità LGBTQ+ in Italia, ha contato per il momento cinquanta Pride disseminati per tutta la penisola. Oltre ai permessi necessari per il passaggio del corteo, i comitati richiedono anche il patrocinio delle realtà locali. Comuni, regioni e associazioni prendono posizione ed esprimono il loro supporto o la loro opposizione. Nonostante il Milano Pride sia tra le manifestazioni più grandi e storiche d’Italia, la Regione Lombardia ha scelto di non concedere il proprio patrocinio, dichiarando così di non sostenere il corteo.
Pochi giorni dopo è stato il turno della Regione Lazio, che ha ritirato il patrocinio già concesso al Roma Pride perché “La firma istituzionale non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”. Naturalmente non è tutto qui. Questi due casi sono quelli che hanno fatto più scalpore ma sono molte le amministrazioni - quasi tutte di destra - che hanno negato il proprio sostegno o ostacolato i Pride.
In Friuli, addirittura, la decisione di negare il patrocinio negato al FVG Pride da parte dei Comuni di Pordenone e Gorizia e delle Università di Udine e Trieste ha trovato sostegno nell’amministrazione Regionale. Roberto Novelli, consigliere regionale di Forza Italia, ha infatti dichiarato a proposito: “Essere liberi e difendere i diritti per loro significa assecondare i piani che cercano, in modo surrettizio, di sviluppare e chi si pone in una posizione terza – non ostile, semplicemente chiede di restare al di fuori del dibattito – diventa un nemico da combattere e, possibilmente, abbattere”.
Ma è davvero possibile restare fuori da un dibattito sulla qualità della vita delle persone?
Il patrocinio delle pubbliche amministrazioni non comporta quasi mai un sostegno economico. Di conseguenza si tratta di un simbolo, ma di un simbolo importante che segna il riconoscimento da parte della politica delle istanze delle persone LGBTQ+ e della necessità di estenderne i diritti.
Necessità è proprio il termine giusto vista la situazione italiana. Non userò solo dati e statistiche per argomentare questa volta. I report sono essenziali perché ci mostrano un quadro solido e incontrovertibile, ma spesso vengono percepiti come asettici e lontani dalla nostra vita. Inoltre ho dedicato un intero Rassegnati all’aggiornamento della Rainbow Map di ILGA Europe, in cui si legge:
E l’Italia? Noi restiamo con il 24,76% dei diritti coperti e scendiamo al 34° posto.
Per darvi un’idea chiara e lampante di quanto sia importante non fermarsi in questo percorso di estensione dei diritti, basta richiamare due episodi avvenuti negli scorsi giorni che hanno avuto una forte eco mediatica. Forse l’impatto delle vicende è in grado di scalfire l’indifferenza e suscitare empatia.
Mi riferisco innanzitutto all’aggressione omofoba avvenuta a Pavia. Luca Wegan ha condiviso sui suoi canali social il video degli insulti e inseguimenti vissuti nella stazione di Pavia, dove si trovava con il suo ragazzo. Oltre alla violenza dell’aggressore, non può non colpire l’indifferenza delle persone presenti che non sono intervenute né per fermare l’uomo che inseguiva i due giovani, né per dare loro sostegno e conforto.
Il secondo episodio è la condanna di Fratelli d’Italia per aver usato la foto di due padri per una campagna contro la gestazione per altri. Andando oltre l’incapacità di uno dei principali partiti del Paese di rispettare il diritto d’autore e la privacy, bisognerebbe fare una riflessione su quanto sia disonesto usare un momento intimo e ricco d'affetto per scagliarsi contro una pratica (la GPA) che chiaramente va normata, ma che non è solo ciò che viene rappresentato in quella foto. La maggior parte delle coppie che richiede la GPA all'estero, infatti, sono formate da persone di generi diversi.
È un chiaro segno del fatto che si sta usando la gestazione per altri come ricettacolo di ogni male per coprire la totale ostilità del Governo e di una fetta importante di popolazione verso la comunità LGBTQ+. Fomentare l’odio è la strada che come società stiamo percorrendo. Vogliamo continuare in questa direzione?
Per rimarcare quindi l’importanza di una manifestazione come il Pride, prendo in prestito le parole che Nicoletta Labarile ha usato proprio stamattina nella sua newsletter
:Il Pride è mettere a sistema consapevolezza e rabbia. È dire “esisto”. È dire “sono con te”. Non è semplicemente affermare la diversità come valore. Ma riscrivere il concetto di diversità. Cambiare i parametri. Divers* da chi? Rispetto a cosa e a quale schema? Mi riguarda se sono etero, cis, e privilegiat*? Sì. E non perché “un giorno potrei essere io”. Ma perché allargare i diritti è un fatto di democrazia. Un diritto e un dovere insieme.
Voglio vivere in un mondo sicuro per tutt*. Libero. E non posso sentirmi libera se tutt* non lo sono. L’autodeterminazione altrui è necessaria alla mia.
Checcalendario - il primo calendario italiano sulla storia della comunità LGBTQ+ realizzato da Alessandro Bianchi (aka @zuccherosintattico), Manuel Fazzini e Matteo Cinti - ha raccolto in un post i Pride di oggi, 10 giugno. Scopriteli qui:
Listona
Cosa ho fatto questa settimana?
È finito l’anno scolastico e ho raccolto i miei pensieri sul mio lavoro come insegnante in questo post.
Ho guardato la nuova stagione di Valeria e l’ho consigliata su Telegram. Una sorta di moderno Sex and the City in chiave spagnola.
Ho raccontato di due rapporti Pride-patrocini opposti. Da un lato la Regione Lombardia si rifiuta di sostenere il Milano Pride. Dall’altro Bergamo Pride si è opposto al patrocinio del Tavolo contro l’omolesbobitransfobia del comune di Bergamo dopo uno scontro con Arcilesbica.
Ho fatto un’indagine sulle amministrazioni regionali e comunali che hanno dato o negato il patrocinio ai Pride. Ne esce che dove non arrivano le regioni ci pensano i comuni, ma quasi solo quelli di centro sinistra. La destra, come in un effetto domino, continua a sottrarsi all’impegno verso i diritti LGBTQ+.
Il podcast che ho fondato e che conduco con Paola Lazzarini e Sandra Letizia - Cristianə a chi? - è nella bibliografia della mozione scritta dal gruppo FUCI Transfemminista. La FUCI è la Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Questa mozione, dal titolo "Transfemminismo intersezionale: è ora di formarsi e agire come studentesse universitarie", ha un obiettivo importante. Si legge infatti: "Sogniamo una FUCI che, dichiarandosi femminista, riesca a cambiare la Chiesa. Sogniamo una Chiesa che si riscopra davvero cristiana e abbandoni tutto il sovrastrato culturale l’ha portata, come istituzione, a opprimere le soggettività e le comunità, che si rifiuti di essere usata per giustificare discriminazione e addirittura violenza attiva contro degli esseri umani a causa della loro identità". Che onore e che orgoglio per noi! E in quale compagnia ci troviamo 💙🔥
Ci vediamo in giro!
Dimmi dove e quando.
Il 24 giugno ci sarà il Milano Pride. Io sarò sicuramente presente all’interno del corteo. Se partecipa anche qualcunə di voi, possiamo salutarci! Qui le info sul percorso. Il ritrovo è alle 15.00 in via Vittorio Pisani, davanti a Stazione Centrale.
Per oggi è tutto!
Grazie per essere arrivatə fino a qui. Ci risentiamo la settimana prossima 🔥